Making Science ha lanciato il primo strumento in grado di misurare l’impatto della perdita dei cookie di terze parti

Making Science ha lanciato il primo strumento in grado di misurare l’impatto della perdita dei cookie di terze parti

Articolo tratto dal numero di aprile 2024 di Forbes Italia. Abbonati! Il 4 gennaio Google ha disabilitato i cookie di terze parti per l’1% degli utenti di Chrome, circa 30 milioni di persone in tutto il mondo. È il primo passo del processo concordato con il Cma (Competition and markets authority) del Regno Unito per disabilitare i cookie di terze parti da Google Chrome (come fatto da tutti gli altri browser, Mozilla Firefox, Apple Safari, Microsoft Edge) e attivare le tecnologie di Privacy Sandbox, che ha l’obiettivo di fornire tecnologie per creare un sistema di advertising più rispettoso della privacy dell’utente. (Forbes Italia)

Su altri giornali

Google ha però anticipato da tempo la sua intenzione di abbandonare il supporto dei cookie di terze parti in Chrome. Se gestite un sito Web la cui monetizzazione si basa sull'advertising, probabilmente i cookie hanno un ruolo fondamentale nella generazione delle vostre entrate. (HTML.it)

Cominciano i primi “guai” – se così possiamo chiamarli – per il Privacy Sandbox di Google. (Cyber Security 360)

I motivi, a quanto pare, sono da ricercarsi nelle recenti indagini da parte degli enti regolatori e le divergenze con l’industria tech e gli sviluppatori stessi. Google ha annunciato che non riuscirà ad eliminare l’utilizzo dei cookie dal browser Chrome entro la fine dell’anno come previsto in origine. (GizChina.it )

Cookie, il lento addio: perché ora è rinviato al 2025, per motivi di antitrust e privacy

Google continua a rimandare la dismissione dei cookie di terze parti: questa è la terza volta che slitta, con una possibile proroga fino al 2025. Ciò solleva interrogativi sul destino del browser più diffuso al mondo: a differenza di Apple e Mozilla, che hanno eliminato la tecnologia di tracciamento degli utenti nel 2020, Google ha continuato a procrastinare il cambiamento. (Multiplayer.it)

Lo stop ai cookie di terze parti era stato prima fissato a gennaio del 2020, poi spostato a data da destinarsi ma entro due anni, successivamente un ulteriore rinvio sino alla fine del 2023 e ora quest'ultimo al 2025, sperando probabilmente che nel frattempo il riesca a definire il confronto con l'autorità per la concorrenza inglese (CMA) e anche con l'autorità per la privacy (ICO). (Federprivacy)

L’addio ai cookie richiederà, ancora una volta, più tempo del previsto. Il mercato della pubblicità online – 600 miliardi di dollari l’anno - sembra non potere fare a meno così facilmente di questi piccoli file di tracciamento della nostra navigazione. (Il Sole 24 ORE)