La lezione di storia del presidente Mattarella per la festa della Liberazione

Il presidente della Repubblica, durante la festa della Liberazione, ha lanciato un messaggio di pace, libertà e democrazia da Civitella in Val di Chiana, luogo di una terribile e disumana strage nazifascista avvenuta ottant'anni fa.

La resistenza religiosa

La storia è ricca di figure religiose, tra cui sacerdoti e suore, che durante il periodo fascista hanno unito al loro credo religioso un impegno civile, offrendo aiuto materiale a coloro che erano perseguitati dalla dittatura. Tra queste storie spiccano quelle delle Suore Maestre di Santa Dorotea di Vicenza e di don Pietro Pappagallo, trucidato alle Fosse Ardeatine.

L'importanza dell'antifascismo

Il 25 aprile, per l'Italia, è una ricorrenza fondamentale: è la festa della pace, della libertà ritrovata e del ritorno tra le nazioni democratiche. Questo è ciò che ha sottolineato il Capo dello Stato durante la sua visita a Civitella in Val di Chiana, luogo di una terribile e disumana strage nazifascista avvenuta ottant'anni fa.

Lezioni di storia necessarie

Il presidente Mattarella ha sottolineato l'importanza di ricordare e comprendere la storia, soprattutto in un periodo in cui si assiste a un tentativo di riabilitazione del fascismo. Ha criticato l'uso di "se" e "ma", di precisazioni e equiparazioni che rischiano di confondere il bene e il male, i valori fondanti della Costituzione e il loro contrario, i partigiani e i "ragazzi di Salò". Queste lezioni di storia, che fino a poco tempo fa potevano essere date per scontate, oggi si rivelano quanto mai necessarie.

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